La recensione di questa sesta puntata de “Il Trono di Spade” (sesta stagione) si divide in un primo commento senza spoiler ed una seconda parte in cui sarà analizzata la trama e fatte eventuali previsioni sul proseguo della stagione. Nel caso non abbiate ancora visto l’episodio vi invito quindi a recuperarlo prima di leggere la seconda metà dell’articolo. Al termine dello stesso potrete anche trovare i link per le recensioni delle precedenti puntate.
COMMENTO
Dopo una quinta puntata densa di avvenimenti, nuove situazioni e colpi di scena, “Il Trono di Spade” abbassa il ritmo in “Blood of my Blood” concentrando l’attenzione sulle linee narrative tralasciate nell’episodio precedente. Approdo del Re e la Collina del Corno (casa natale di Sam) sono le ambientazioni principali di questa puntata, ma anche personaggi come Brandon o Arya che trovano spazio con eventi di una certa rilevanza.
Tralasciando il finale relativo a Daenerys, non molto apprezzato per motivi che spiegherò nella seconda parte dell’articolo, la puntata è nel complesso molto godibile poiché ogni situazione presentata aggiunge nuovi possibili sviluppi sull’andamento della serie.
In conclusione, questa sesta stagione de “Il Trono di Spade” continua a mantenere standard piuttosto alti, fornendo in questo episodio più di un dettaglio per quello che si preannuncia un finale di stagione davvero pieno di sorprese. Naturalmente l’assenza di emozioni forti come quelle vissute in “The Door”, riducono complessivamente il valore di questa puntata.
Voto: 8
TRAMA E PREVISIONI (CON SPOILER)
Questa sesta puntata de “Il Trono di Spade” si apre come si era chiusa quella precedente, ossia con la fuga di Meera e Brandon dagli Estranei. Come previsto nel nostro approfondimento della scorsa settimana, i due ragazzi vengono salvati dall’arrivo di Benjen Stark. Personaggio scomparso nel corso della prima stagione, il fratello di Ned racconta di essere stato quasi ucciso dagli Estranei durante una spedizione a Nord della Barriera; con un procedimento simile a quello con cui hanno creato il Re della Notte, i Figli della Foresta gli hanno però salvato la vita, rendendolo quello che potremmo definire un “Estraneo buono”. Un personaggio misterioso, ma che potrebbe ricoprire di certo un ruolo importante. Brandon, nel frattempo, mostra di non riuscire ancora a controllare i suoi poteri, avendo visioni del passato molto frammentate. Tra i tanti momenti della storia che appaiono nella sua mente, particolare attenzione desta quello relativo ad Aerys II Targaryen, noto a tutti con il nome di Re Folle. Che la sua follia e l’insana voglia di bruciar tutto siano dovute ad un destino simile a quello di Hodor?
Dopo alcune puntate di assenza, i fan de “Il Trono di Spade” possono riabbracciare il personaggio di Sam e scoprire un nuovo personaggio da detestare, ossia suo padre Randyll Tarly. Egli si dimostra davvero despotico come descritto dal Guardiano della Notte in alcuni episodi precedenti, disprezzando apertamente suo figlio per la sua scelta di divenire Maestro e, soprattutto, per il suo amore nei confronti di una bruta. Sam decide allora di fuggire, portando Gilly ed il piccolo Samwell con sè e rubando, con grande coraggio, “Veleno del Cuore”, la spada in acciaio di Valyria che la famiglia Tarly custodisce da generazioni. Un’atto che, oltre ad essere simbolo di rivalsa nei confronti del padre, avrà un valore importante nel corso degli avvenimenti poiché sappiamo che l’acciaio di Valyria, assieme all’ossidiana, è l’unico materiale a poter uccidere un Estraneo.
Ad Approdo del Re, invece, l’Alto Passero dimostra di essere qualcosa in più di un semplice vecchietto interessato alla religione. Il suo potere oratorio e le procedure di espiazione attuate dal Credo Militante si dimostrano molto efficaci: la regina Margaery, quando incontra Re Tommen, sembra essere profondamente cambiata ed interessata della sorte dei più deboli. Così tanto cambiata che Re Tommen, palesemente innamorato della sua regina, decide di unire le forze con l’Alto Passero, rendendo del tutto vano il tentativo di Jaime Lannister e dell’esercito Tyrell di riprendersi la città con la forza. E’ proprio Jaime a fare le spese del tentato colpo di stato, venendo cacciato dalla Guardia Reale e mandato a Delta delle Acque a combattere contro Brynden Tully, il Pesce Nero, per riconquistare la fortezza perduta. Difficile prevedere cosa accadrà d’ora in avanti ad Approdo del Re, ma l’Alto Passero sembra avere tutte la carte in regola per mettere in seria difficoltà le famiglie nobili che abitano la capitale.
Svolte inattese arrivano anche dal personaggio di Arya. Nonostante tutti gli allenamenti fatti per dimenticare la propria identità, Arya non è ancora “Nessuno”, ma anzi ha conservato il suo onore ed il suo buon cuore. Infatti la giovane Stark non riesce ad assassinare Lady Crane, contravvenendo all’ordine datogli da Jaqen e fallendo la sua ultima possibilità. Conscia del pericolo di vita in cui si trova adesso, Arya va quindi a recuperare la spada regalatagli da Jon nella prima stagione, “Ago”. Quel che sembrava un destino ormai scritto per Arya, ossia diventare un’Assassina Senza Volto, è forse più lontano di quel che ci aspettassimo.
Per concludere, nel finale di puntata, personalmente poco apprezzato, viene invece dato spazio a Daenerys. Sulla strada per Mereen, la Khaleesi percepisce la presenza di Drogon a causa della presenza di strane folate di vento; andata a cercarlo, torna poi dal suo esercito in groppa all’ormai enorme drago nero e si esibisce in un discorso sulla sua volontà di riconquistare il Trono di Spade con ciascun Dothraki come Cavaliere di Sangue. Tuttavia l’epicità del momento risulta essere fortemente smorzata dalla casualità del ritrovamento di Drogon e dal fatto che la Madre dei Draghi non sembra essere prossima ad affrontare alcuna battaglia.
Recensione prima puntata “La Donna Rossa”
Recensione seconda puntata “Casa”
Recensione terza puntata “The Oathbreaker”
Recensione quarta puntata “The Book of Stranger”
Recensione quinta puntata “The Door”
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