Attenzione, l’articolo che segue è ad alto contenuto di spoiler! Se non avete ancora visto “The door”, quinta puntata della sesta stagione de “Il Trono di Spade”, rimediate. Trovate anche la recensione della puntata cliccando qui.
“Hold the door”. Sono sicuramente queste le parole che risuonano nella testa di un qualsiasi appassionato de “Il Trono di Spade” da qualche giorno a questa parte. La quinta puntata di questa fin ora incredibile sesta stagione ci ha regalato uno dei momenti che rimarranno sicuramente nella storia di questa serie. Cercherò di dividere le tante riflessioni ed emozioni portate a galla da questo episodio in alcuni punti, proponendo anche una toeria sul possibile futuro di Brandon Stark.
- Valar Morghulis
La morte è un elemento fondamentale della serie: “Tutti gli uomini devono morire” celebra infatti il motto degli Assassini senza volto. Ne “Il Trono di Spade” non viene fatta alcuna distinzione tra personaggi principali, secondari, buoni o cattivi poiché, di fronte alla morte, siamo tutti esattamente uguali.
Detto ciò, chi immaginava, prima di “The door”, che Hodor sarebbe mai morto? Nessuno probabilmente. Si poteva forse pensare ad una sua scomparsa solo insieme a Brandon Stark, personaggio al quale ormai era legato indissolubilmente. Hodor, in un universo narrativo composto quasi interamente da personaggi grigi, con mille sfaccettature, disposti a fare del male, mentire o uccidere per scopi “giusti” (ad esempio la famiglia nel caso di Cersei), è l’unico personaggio bianco. E in quanto tale era luogo comune pensare che non gli potesse toccare un destino crudele. Non c’erano interessi personali a muovere le sue azioni, nessuna voglia di vendetta o conquista del potere e per questo motivo è la vittima per eccellenza di queste serie, morto in nome di un bene superiore che probabilmente nemmeno comprende.
Il sacrificio di Estate, altrettanto doloroso, può essere visto invece in maniera diversa. Estate è il metalupo che, assieme a Spettro, ha avuto il ruolo più rilevante nel corso delle sei stagioni in quanto, attraverso di lei, è venuto alla luce il metamorfismo di Brandon. Un potere che, a causa dell’addestramento del giovane Stark in compagnia del Corvo con Tre Occhi, è divenuto molto più ampio, tanto da rendere il personaggio di Estate meno importante dal punto di vista della trama. Si può inoltre attribuire un significato metaforico alla morte di questo personaggio: Estate, uccisa dagli Estranei, simbolo dell’inverno che sta arrivando, potrebbe essere un riferimento a possibili avvenimenti futuri.
La morte del Corvo con Tre Occhi, invece, era forse la più prevedibile in quanto, fin dall’inizio del loro allenamento, egli comunica a Brandon che presto avrebbe dovuto sostituirlo nel suo ruolo. Un vero e proprio passaggio di consegne, anche se rimane difficile capire in che modo lo Stark potrà assolvere alla missione assegnatali non avendo sviluppato del tutto le sue capacità.
- Hold the door
Da quando, sempre in questa sesta stagione, abbiamo scoperto che, in gioventù, Hodor si chiamava Wyllis e parlava normalmente, senza ripetere all’infinito il suo nome, le ipotesi su cosa potesse essergli accaduto sono state tante. “The Door” risponde a questa domanda nel modo più doloroso, ma commovente, possibile. Un plauso va fatto agli sceneggiatori che hanno creato un climax ascendente nell’ultima sequenza di puntata, facendo concentrare l’attenzione dello spettatore sulla fuga dei personaggi dagli Estranei. Infatti, quando Meera grida le prime volte “Hold the door”, è impossibile creare un collegamento tra questa frase e il nome Hodor. E’ solo quando vediamo il giovane Wyllis accasciarsi a terra in preda alle convulsioni, dovute al legame mentale con Brandon, che diamo valore a tutto ciò che sta accadendo. Sentire la frase “Hold the door” che pian piano si spegne in un flebile “Hodor”, mentre lo stesso Hodor si sacrifica per i suoi compagni, è davvero un pugno allo stomaco. L’intera vita di Wyllis culmina in un unico gesto che modifica anche il suo passato; Brandon, attraverso il suo potere, crea inconsapevolmente il destino dell’intera vita di questo personaggio.
Il finale così ottenuto è davvero uno dei migliori dell’intera serie, forse meno traumatico rispetto alle famigerate “Nozze Rosse”, ma più commovente.
- Il destino di Brandon
Viene spontaneo interrogarsi su quale potrà essere il futuro del giovane Stark. Sperduto nell’estremo Nord assieme a Meera, con enormi dubbi riguardo l’effettiva portata dei suoi poteri e con un’armata di Estranei piuttosto vicina, Brandon sembra quasi spacciato.
In effetti risulta essere complesso fare previsioni riguardo ciò che potrà accadere nelle prossime puntate, ma i libri, nonostante gli eventi narrati in “The door” siano successivi all’ultimo volume pubblicato da George Martin, possono venirci in soccorso. Nel viaggio verso il Corvo con Tre Occhi, Brandon e la sua compagnia incontrano un misterioso personaggio, noto con il nome di Manifredde, che li aiuta a giungere alla meta. Egli è vestito come un Guardiano della Notte, ha il volto sempre coperto da una sciarpa e cavalca un enorme alce. Ma la sua caratteristica più sorprendente è quella di essere un non morto, anche se i suoi occhi sono neri, a differenza di quelli blu degli Estranei. Nella serie televisiva questo personaggio è stato fin ora omesso; che una sua comparsa in scena possa salvare Brandon e Meera da una sorte infausta? Tra l’altro, sono in molti a ricollegare Manifredde a Benjen Stark, zio di Brandon, scomparso nel corso della prima stagione dopo essere partito per una missione a nord della Barriera. Difficile dire se sarà davvero questo ciò che accadrà, ma si tratta di una possibilità molto affascinante e che riporterebbe in gioco un altro personaggio dai molti risvolti.
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