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Lion – La strada verso casa, un’incredibile storia vera – Recensione

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Un viaggio meraviglioso tra India e Australia, ricco di emozioni semplici e che arrivano immediate al cuore dello spettatore. Diretto da Garth Davis, “Lion – La strada verso casa” è un film che, seppur con qualche difetto, chiude in bellezza il 2016 cinematografico. Eccovi la nostra recensione.

Basato sul libro di memorie “La lunga strada per tornare a casa”, “Lion” (trovate a questo link il trailer ufficiale in italiano) racconta la storia vera di Saroo Brierley, il cui vero nome sarebbe in realtà Sheru (ossia Leone, da cui il titolo del film). Se cercate un film ricco d’azione, effetti speciali o colpi di scena, questa non è l’opera che fa per voi. “Lion”, candidato a tre Golden Globe (miglior film drammatico, miglior attore non protagonista a Dev Patel, migliore attrice non protagonista a Nicole Kidman), è un film dalla trama essenziale, ma capace di risvegliare sentimenti semplici come l’amore per una madre o di mostrarci, senza mezzi termini, tutti i pericoli che deve affrontare un bambino in una grande città indiana come Calcutta. I delicati temi dell’adozione e della riscoperta delle proprie origini sono solo alcuni dei molteplici affrontanti in “Lion” e la pellicola offre molti spunti significativi di riflessione su ognuno di essi.


TRAMA

Il film può essere suddiviso in due parti principali. Nella prima ora di film ci vengono mostrate le peripezie di un Saroo bambino (interpretato da Sunny Pawar) che, quasi per caso, sale su un treno diretto a Calcutta ritrovandosi così a quasi 1500 chilometri da Ganesh Tilai, il piccolo villaggio dove egli viveva con la madre, un fratello ed una sorella. Il piccolo Saroo dovrà, quindi, imparare a sopravvivere negli slum indiani tra povertà e tentativi di abusi, fino a che non verrà adottato da una famiglia australiana.

lion

La seconda parte di “Lion”, invece, ci mostra un Saroo ormai adulto (Dev Patel) che decide di cercare la sua madre naturale in India. Purtroppo l’unico mezzo che può venirgli in soccorso è Google Earth, assieme allo sbiadito ricordo della stazione da cui prese il treno che, più di vent’anni prima, lo divise dalla sua famiglia.


SCENEGGIATURA

La prima parte di “Lion” è sicuramente quella più autentica, bella e dura. Con una schiettezza a tratti disarmante, ci viene mostrata la realtà di un’India meravigliosa e, al contempo, spietata nei confronti di un bambino di cinque anni lasciato solo. La povertà è solo la punta di un iceberg molto più profondo, i pericoli per il piccolo Saroo sono molti e nascosti dietro i falsi sorrisi di uomini e donne crudeli. Sarà impossibile per lo spettatore non affezionarsi al bambino protagonista ed immergersi con lui in questo viaggio.

lion

La seconda metà della pellicola, quella che mostra le ricerche di Saroo, è, invece, più debole. Il tormento del protagonista, il suo essere diviso tra due famiglie, è mostrato in profondità, ma forse con troppa ripetitività. Sembra quasi si cerchi di stimolare il pianto nello spettatore, ma non ce ne sarebbe bisogno dato che la storia è già di per sé molto coinvolgente. Mi è sembrata, inoltre, molto casuale e forzata la scena in cui Saroo, mangiando un jalebi (dolce tipico indiano), ricorda le sue origini e decide, quasi all’improvviso, di intraprendere la ricerca della sua famiglia.


COMPARTO TECNICO

“Lion” è sicuramente un film di ottima fattura. La fotografia e la scenografia si attestano su altissimi livelli. Nella prima parte abbiamo per lo più inquadrature larghe sugli ampi spazi del continente indiano, splendidi da vedere, ma che al contempo sottolineano l’irrilevanza del singolo rispetto ad una tale vastità. Nella seconda parte, invece, si preferiscono immagini strette e colori più scuri, simboli della lotta interiore che sta vivendo Saroo.

Anche le performance degli attori sono degne di nota: ottimi sia Dev Patel che Nicole Kidman (nei panni di Sue Brierley, madre adottiva di Saroo), ma soprattutto il piccolo Sunny Pawar che, alla prima interpretazione sul grande schermo, fornisce al suo personaggio autenticità, dolcezza e forza.

lion

La colonna sonora dà l’impressione di essere poco varia, ma adatta allo scopo. Il tema principale è l’unico a lasciare un’impronta nella memoria durante la visione, ma, nella sua semplicità, è molto bello e si adatta perfettamente ai momenti più significativi del film, fortificando le emozioni trasmesse dalle immagini.


 

“Lion – La strada verso casa” è un film che racconta un’incredibile storia vera e regala forti emozioni senza snaturare il realismo della vicenda. Una prima parte della pellicola senza difetti, potente visivamente e che vi farà immergere nella crudele bellezza dell’India vista dagli occhi di un bambino. Una seconda parte un po’ chiusa sulle ossessioni del Saroo adulto, a tratti ripetitiva, ma che fornisce comunque la possibilità di riflettere. Nel complesso un film più che consigliato, un’opera che si candida di diritto ad avere ampio risalto agli Oscar 2017.

 

PRO

CONTRO

  • Prima parte realistica, avvincente ed emozionante.
  • Fotografia e scenografia stupenda.
  • Performance di Dev Patel, Nicole Kidman e Sunny Pawar di altissimo livello.
  • Seconda parte un po’ ripetitiva e, a tratti, forzata.

 

Lion – La strada verso casa
Trama
Sceneggiatura
Scenografia
Colonna sonora
Recitazione
9
8
9.5
7.5
9

GENERALE

8.6

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